Avellino Prende Parte

Per noi è opportuno definire cosa siamo, come ci proponiamo di realizzare la trasformazione del nostro territorio in questo preciso momento della nostra storia. Una cosa è certa, non ci collochiamo fuori dal nostro tempo e all’interno di una presunta eccezionalità Irpina. La nostra proposta, anzi, prova ad essere adeguata ai tempi che corrono proponendosi per Avellino e per l’Irpinia provando ad articolarsi come una risposta generale, o quantomeno italiana, ad un malessere diffuso e ad una domanda estesa di partecipazione politica.

E’ finito il secolo in cui all’interno della società esisteva una linearità definita, in cui ogni corpo collettivo aveva i suoi compiti e la sua gerarchia: al partito il potere politico, al sindacato il mondo del lavoro, alle associazioni quello dell’iniziativa sociale. La società del XXI secolo è, invece, una società più complessa, multiforme, in cui il potere economico, culturale e politico si legano indissolubilmente. Una società in cui il potere si misura su scala transnazionale – nelle concentrazioni economiche globali e nei sistemi politici continentali come l’UE – e che a livello territoriale si frantuma, corre in mille rivoli, pervade la società e le sue articolazioni tra cui le istituzioni. Una qualsiasi proposta politica o tiene conto di questo scenario o semplicemente resterà inutile testimonianza di un tempo che fu.

Partiamo quindi da qui: Avellino Prende Parte è una realtà collocata nel capoluogo irpino ma che fin dal suo atto di nascita si propone di coalizzarsi con le esperienze sociali e politiche che innervano la nostra provincia per costruire un peso specifico di rinnovamento e trasformazione nelle linee politiche regionali, per definire azioni e opinioni sul piano nazionale ed europeo. In una battuta: il problema delle aree interne (desertificazione demografica, sociale ed economica) non si risolve a piazza del Popolo e forse nemmeno a via Santa Lucia. E probabilmente non si risolverà mai solo all’interno delle istituzioni: il potere politico – inteso come potere decisionale –  ormai non risiede esclusivamente in quei luoghi.  Riteniamo fondamentale riempire le istituzioni di contenuti e pratiche innovative, ma sappiamo anche che c’è un mondo fuori le istituzioni che vogliamo pervadere. Senza una presenza forte e costante, senza la promozione dell’autorganizzazione o della sindacalizzazione nella società, senza infrastrutturazione sociale, mutualismo organizzato, volontariato e associazionismo, senza luoghi aggregativi o  iniziative culturali nessuna trasformazione sarà mai possibile. Nessuna democrazia può vivere senza che i suoi cittadini si organizzino per prendersi cura dello spazio e del tempo in cui vivono: senza che la sussidiarità, così come la partecipazione e la decisionalità, attraversi la popolazione dai quartieri popolari, periferici e poveri fino ai sontuosi centri cittadini.

Avellino Prende Parte è quindi un network che si definisce aperto – esso stesso una coalizione di individui – che non si colloca unicamente all’interno dello spazio della contesa elettorale ed istituzionale. Si propone di farsi rappresentare da tutte quelle forme di aggregazione e autorganizzazione che nascono nella società, di sostenerle, alimentarle nella loro indipendenza e autonomia in quanto sintomi di una democrazia che può tornare a funzionare. Si propone di promuovere la costruzione di una nuova visione collettiva – che colga la sfida delle diseguaglianze, dell’ecologismo, dei diritti del lavoro, del movimento delle donne e contro il razzismo dilagante – che individui soluzioni innovative mettendo al centro la partecipazione popolare nella gestione e nella condivisione dei beni comuni.

La nostra proposta politica non può quindi che partire da qua: amministrazione efficiente, ecologismo, partecipazione. Crediamo che solo una pubblica amministrazione rinnovata e innovativa, finalmente efficiente, libera da clientelismi e blocchi, possa garantire la definizione di una gestione realmente condivisa delle città tra i cittadini che la abitano e le istituzioni che li rappresentano. L’aggiornamento professionale, la sburocratizzazione, la definizione di un regolamento per la “sussidiareità”, per l’uso civico dei beni comuni e degli spazi pubblici, per il riutilizzo e la rigenerazione del patrimonio immobiliare: un modo per dare nuove responsabilità e nuovi poteri alle cittadine e ai cittadini avellinesi di prendersi cura della città. E la cura non può che passare dalla definizione di una politica che si dia come bussola la sostenibilità ambientale e la difesa della salute dei suoi cittadini: da un nuovo piano di zona efficiente fino all’attivazione dei numerosi servizi che oggi mancano in città, dalla pedonalizzazione ad un piano di efficientamento energetico dell’edilizia pubblica e privata, dalla tutela della pubblicità dell’acqua alla cura del verde urbano, da un piano contro i cambiamenti climatici all’istituzione degli orti urbani, fino ad una ridefinizione del trasporto pubblico locale e della distribuzione del traffico cittadino.

Le definiamo  proposte iniziali perchè in primo luogo crediamo che il nostro ruolo sia quello di aprire degli spazi di discussione, di individuazione di problemi e soluzioni in maniera collettiva. il nostro obiettivo sarà quello di ricostruire luoghi di prossimità, di discussione e di decisione per la definizione e il soddisfacimento dei bisogni sociali ed individuali. Perchè in fin dei conti la democrazia è questo: il potere delle persone di decidere sui propri bisogni in maniera orizzontale, giusta, partecipativa unito al diritto ad avere una rappresentanza onesta, inclusiva, coerente.

E la nostra missione in fondo potrebbe essere definita come lo spazio di una rifondazione democratica e civile che, partendo dalla centralità della partecipazione, possa tornare a garantire i diritti individuali, economici, sociali e politici ormai sempre più messi in discussione.