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Ciro Zerella: le politiche sociali le vere desaparecidos in città

Con Ciro Zerella continua il tour del nostro magazine Intervistiamo i candidatə di Avellino Progetto Partecipato al consiglio comunale, a sostegno di Antonio Gengaro sindaco.

Chi è Ciro Zerella?

Ciro Zerella è un 31enne di Borgo Ferrovia. Dopo il diploma al Liceo Scientifico Mancini di Avellino, ha studiato presso la Facoltà di Agraria della Federico II e ha conseguito la Laurea triennale in Enologia.

Dopo qualche anno da lavoratore nel settore del vitivinicolo, sceglie di proseguire gli studi conseguendo la Laurea magistrale in Scienze e Tecnologie Agrarie sempre alla Federico II di Napoli.

Parallelamente alla sua professione, da sempre, Ciro coltiva la passione per la musica. Ha partecipato alle fasi finali di competizioni musicali come il premio Fabrizio De Andrè e Musicultura. Dallo scorso anno, dopo aver conseguito l’abilitazione per diventare agronomo, porta in giro le sue canzoni con un nuovo moniker: Selenio.

Agronomo e musicista: la prima una professione, la seconda una passione. Spiegaci come ti sei avvicinato a questi due mondi apparentemente così diversi

«Innanzitutto grazie per questo spazio! La musica è la mia passione, che racchiude anche il concetto di professione intesa nel suo senso più libero, cioè quello slegato dal concetto di guadagno».

«Ho iniziato al liceo e non sono riuscito a smettere. Ho fatto poi convergere alcuni dei miei interessi nella musica, ed eccomi qui: in effetti, nonostante tutto, mi sento più cantautore che agronomo».

«Ecco, questo percorso è stato invece meno ragionato…più di impulso. Siccome per “colpa” della musica non mi sono iscritto a Fisica, a un certo punto, dopo la triennale e dopo aver lavorato come operaio, ho deciso che era il momento di fare qualcosa in più».

«Benedico tanto questa decisione, perché mi ha aperto diverse porte. Il mio sogno lavorativo è insegnare e sono a buon punto, incrociando le dita».

Musica ed eventi sono stati al centro degli ultimi anni dell’amministrazione Festa. Cosa ha funzionato e cosa no?

«I numeri hanno funzionato. È innegabile. Il metodo invece no».

«Sono stati tagliati fuori artisti come i Lumanera pur invitando tutti i competitor sullo stesso genere, evidentemente per motivi extramusicali».

«Gli open act dei cantautori e delle band sono scomparse. Nessun piano previsto per il movimento Rap cittadino che è vivo e fortissimo, nessuna attenzione ai cantautori e una programmazione teatrale che ha puntato (esclusa qualche mosca bianca) poco sulla musica».

Se dovessi scegliere 3 interventi, Avellino di cosa ha bisogno?

«Riqualificazione delle periferie, verde e ambiente e, forse la più urgente, le politiche sociali. Sono le vere desaparecidos (insieme alle delibere non pubblicate, come tutti i giornali ci hanno raccontato) di questi cinque anni».

E qualcosa che sai già irrealizzabile ma che chiederesti al genio della lampada?

«Il ritorno dei tanti, troppi amici, andati a vivere fuori».

Perché APP è la lista giusta e perché Antonio Gengaro è il giusto candidato sindaco?

«APP è la lista giusta perché costruisce dal basso la propria proposta. Perché mette al centro del programma le misure più urgenti e bistrattate: sociale, ambiente e cultura».

«Antonio Gengaro ha dimostrato di essere il candidato giusto perché ha condiviso il suo programma con la sua coalizione, perché ha cercato il dialogo con tutti e ha messo da parte attriti e rancori interni al PD e al centrosinistra».

«Antonio è l’uomo giusto perché vuole riprendere il filo lasciato anni fa (io ero un bambino) da Di Nunno, proiettando Avellino nella nuova società più aperta, più europea, più inclusiva e più green».

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