Il Sindaco Gianluca Festa sta premendo l’acceleratore sulla realizzazione di una Fondazione che assumerebbe il controllo delle strutture culturali della città (Villa Amendola, Teatro Gesualdo, Eliseo, Casino del Principe, Dogana). Addirittura ha annunciato che non ci sarà un assessore alla cultura e che il sindaco manterrà la delega per lavorare a stretto contatto con il super consulente, e proponitore della proposta, Baffi.

“Non parlatemi di Cda sa di vecchia politica”, questa una dichiarazione del sindaco ai cronisti. Ma proprio questo è il punto: perchè costruire una nuova partecipata pubblica? Che senso ha costruire una mega fondazione per gestire i beni culturali pubblici della città? Perchè utilizzare un soggetto di diritto privato a cui affidare la totalità delle strutture? Che controllo democratico sarà possibile esercitare?

Perchè demolire il lavoro fatto con il comitato per l’Eliseo sulla fondazione di partecipazione? Eppure alcuni esponenti della maggioranza sono stati fondamentali nelle scorse legislature per incardinare quel tipo di percorso innovativo. Non sfuggirà a nessuno la differenza tra sperimentare un modello di “fondazione di partecipazione” all’interno di una singola struttura e l’appaltare gli edifici e le politiche culturali ad un ente terzo di nuova creazione.

Noi crediamo che gli edifici storici e i luoghi culturali della città siano un bene comune, uno spazio in cui i cittadini possano riappropriarsi del proprio patrimonio storico ed identitario rielaborandolo in una funzione di promozione culturale e sociale con meccanismi partecipativi trasparenti, chiari, con referenti certi all’interno di cariche istituzionali elette. La funzione di programmazione culturale è un fondamentale esercizio democratico all’interno di un’amministrazione, che necessita di un assessorato competente e la possibilità di intervenire all’interno del consiglio comunale. Nel momento in cui viene affidato tutto ad una fondazione di nomina pubblica, che possibilità avranno i cittadini e i consiglieri di contribuire alla programmazione culturale?

Su questa proposta, cruciale per il futuro della città, fin da subito saremo vigili coinvolgendo le cittadine e i cittadini, le associazioni culturali e chiunque vorrà impegnarsi nelle creazione di un dibattito pubblico in grado di indirizzare le politiche culturali della città su un binario inclusivo, democratico, popolare.

#prendiparte

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