Vai al contenuto

Mauro Napolitano per dare voce alle associazioni in consiglio comunale

È Mauro Napolitano l’ospite di Intervistiamo i candidatə, il format ideato per raccontare le storie di chi ha scelto di candidarsi nella lista di Avellino Progetto Partecipato a sostegno di Antonio Gengaro Sindaco.

Chi è Mauro Napolitano?

Da otto anni presidente della Pro Loco di Avellino, Mauro Napolitano è un grande appassionato e conoscitore della storia e delle tradizioni della città. Nato nel 1983, da oltre dieci anni lavora nel mondo associativo come project manager ed è un grande fan dei giochi di carte…burraco su tutti.

L’intervista

Dalla Pro Loco alla candidatura alle amministrative, come mai questa scelta?

«Innanzitutto non è stata una scelta conseguenziale al mio ruolo associativo. Non ho mai pensato che da presidente della Pro Loco potessi o dovessi passare automaticamente alla candidatura alle amministrative».

«Tuttavia ho sempre pensato che il mio ruolo nella Pro Loco non dovesse essere a tempo indeterminato. È giusto dare spazio anche a nuove idee e a nuovi giovani che in questi anni si sono formati e hanno lavorato tanto».

«La mia candidatura nasce anche dal fatto che, negli ultimi anni, ho notato come il ruolo delle associazioni è stato molto marginale. Il mio obiettivo è quello di riuscire a portare all’interno del consiglio comunale la voce delle associazioni: non sono della Pro Loco, ma di tutte quelle del territorio».

«Come associazioni si può lavorare fino a un certo punto sul territorio ma occorre la presenza anche delle istituzioni. In questi anni mi sono messo a servizio della Pro Loco. Adesso mi metto al servizio di coloro che vogliono che sia data una voce in consiglio comunale alle nostre realtà associative».

Hai anni di esperienza nel mondo associativo. Perché hai scelto di partecipare proprio nella Pro Loco?

«Spesso le cose accadono all’improvviso. Sono molto legato alla frase di John Lennon che diceva La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti. Ed è esattamente quello che è successo a me».

«Ho lavorato per tanti anni in altre città d’Italia, senza mai tralasciare la mia propensione verso il volontariato. A un certo punto mi sono reso conto che dovevo restituire al territorio le mie esperienze e competenze acquisite fuori e ho scelto di tornare. Nel mio piccolo volevo e dovevo contribuire al miglioramento della città».

«Grazie ad alcuni amici ho avuto l’opportunità di avvicinarmi alla Pro Loco: una realtà importante e rappresentativa del territorio in tanti comuni d’Italia. Non ho scelto io di entrare nella Pro Loco, ci siamo incontrati sui nostri percorsi».

Qual è il tuo più bel ricordo che hai della tua vita associativa?

«Sceglierne solo uno è impossibile. Tra i ricordi più belli c’è sicuro il responso della cittadinanza agli eventi che in questi anni abbiamo organizzato in città. Tutte iniziative hanno permesso alle persone di stare insieme, di creare comunità oltre che di conoscere i luoghi più magici di Avellino».

«Ricordo con piacere gli eventi dedicati ai più piccoli e ai più giovani. Sono queste le iniziative che mi hanno dato più soddisfazione, perché hanno lasciato in me la speranza di una possibilità di cambiamento e di miglioramento del tessuto sociale e culturale».

«L’obiettivo è sempre stato quello di far avvicinare le future generazioni alla storia e alle tradizioni della città in modo che, anche in autonomia, potesse contribuire a migliorare la nostra Avellino. Ho visto tanta gente disaffezionata alla città e, grazie a questi eventi, qualcosa è cambiato».

Come hanno reagito amici e familiari alla tua candidatura?

«Le persone che mi hanno accompagnato nel mio tragitto di vita sono state molto entusiaste della candidatura. Mi hanno sostenuto sin da subito, trasferendomi il coraggio e quel pizzico di incoscienza necessari per mettersi in gioco per la prima volta in una competizione elettorale comunale».

«Ho una famiglia avellinese abbastanza ristretta. Anche i miei familiari hanno appoggiato la mia scelta, soprattutto tenendo conto degli anni di lavoro fatti per Avellino e del forte legame che ho con il territorio».

«La mia non è stata una candidatura improvvisata come spesso avviene alle comunali. Nessuno mi ha detto frasi come “pure tu ti candidi?” o “come mai ti candidi?”. Il motivo? Probabilmente se lo aspettavano, non l’hanno vissuta come una sorpresa ma come un continuo all’impegno per la città».


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *