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Sara Anastasia: stop barriere e più inclusione per i diversamente abili

È Sara Anastasia la protagonista di questo articolo del magazine Intervistiamo i candidatə. A 32 anni anche lei ha scelto di candidarsi al consiglio comunale di Avellino con la lista civica APP a sostegno di Antonio Gengaro sindaco.

Chi è Sara Anastasia?

Nata a Napoli nel 1992, Sara Anastasia si diploma all’ISS “De Luca” di Avellino per poi studiare lingue, letterature e culture dell’Europa e delle Americhe all’Università degli studi “L’Orientale” di Napoli.

È titolare de “La Bottega del Gusto” a via Ferriera ad Avellino. Nella vita si occupa anche di svolgere lezioni di modellato presso il centro polifunzionale per disabili “Tulipano” oltre a essere volontaria dell’Associazione Italiana Persone Down.

L’intervista

È la tua prima esperienza in politica? Come mai hai scelto di metterti in gioco?

«Si è la mia prima esperienza in politica. Ho scelto di intraprendere questo percorso per avere ulteriori strumenti a disposizione per aiutare il prossimo e per sensibilizzare i cittadini su tematiche importanti».

Con l’AIPD quali sono le principali difficoltà che hanno riscontrato i tuoi associati ad Avellino?

«Le problematiche riscontrate sono innumerevoli. Dopo la scuola secondaria le opportunità per le persone con disabilità intellettiva sono poche o nessuna. Nella città di Avellino c’è solo una struttura con la compartecipazione del Asl e del comune che li accoglie e offre diversi servizi».

«Il dramma è che questa realtà è già al completo e con una lista di nominativi in attesa. Altri servizi simili sono privati e costosi. Un’altra difficoltà è l’inserimento lavorativo che al momento è utopia per vari motivi: uno su tutti i pregiudizi».

«Come operatrice AIPD il mio obiettivo primario è favorire la crescita personale e sociale delle persone diversamente abili, garantendo a ciascuno il più alto grado di autonomia. Per essere realmente autonomi bisogna avere un lavoro».

«Quando ho intrapreso questa strada pensavo di dover educare io i partecipanti alle mie attività a vivere in società. Sono però giunta a una conclusione: è la società che deve abituarsi a convivere con loro».

Restando in tema di servizi, quale manca di più secondo te ad Avellino?

«Serve un altro centro diurno con la compartecipazione dell’ASL e del comune poiché l’unico esistente ad Avellino può ospitare solo venti persone ed è già al completo».

«Inoltre urge l’apertura del Centro per l’Autismo che è atteso da quasi vent’anni. Questa struttura invece di servire a persone con disturbi dello spettro autistico serve alle amministrazioni comunali per lucrare sulla pelle dei cittadini che li hanno votati nella speranza di poterne usufruire».

«Bisogna rendere accessibili i servizi già esistenti poiché parte di essi hanno barriere architettoniche che impedisco ad alcuni cittadini di potervi accedere».

«Infine va citato il tema degli spazi. Associazioni come la nostra, che offrono supporto agli associati e che realizzano numerose iniziative, lottano da sempre per avere uno spazio in cui riunirsi e svolgere le attività. Sogno un luogo in cui diverse associazioni possono convivere e cooperare mettendosi al servizio dei cittadini».

È stata annunciata l’apertura del bar “nessuno è perfetto” presso la casetta di vetro di piazza Kennedy che doveva essere gestito da ragazzi diversamente abili. Pensi sia la giusta soluzione per praticare l’inclusione sociale nel mondo del lavoro di queste persone o serve anche altro?

«Questa notizia fu presa molto bene non solo da me, ma anche da molte famiglie. Essendo sorella di una persona Down adulta, cerco ogni giorno di trovare le opportunità più giuste per la sua autorealizzazione».

«Un’opportunità lavorativa avrebbe reso possibile l’autorealizzazione. Credo fermamente che sia la soluzione giusta per concretizzare un sogno quale l’inclusione sociale. Se eletta in consiglio lavorerò affinché questo annuncio fatto si realizzi realmente».

«Molto spesso si pensa erroneamente che la soluzione più rassicurante per loro sia inserirli in strutture che offrono assistenza. Numerosi studi però dimostrano che l’assistenzialismo verso persone con ritardo mentale, porti allo sviluppo precoce di segni di declino cognitivo, regressione nei livelli di autonomia e di integrazione sociale».

«Ovviamente tutto questo da solo non basta. Penso che serva altro ancora: dall’abbattimento delle barriere architettoniche onnipresenti in città a un maggiore senso civico. Solo in questo modo la città di Avellino sarà realmente accessibile e vivibile per tutti e per tutte».

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